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Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l'acciaio, non è il vetro l'elemento più resistente. Il materiale più resistente nell'edilizia è l'arte.

Gio' Ponti

Storia del Design

Il Design gioca un ruolo insostituibile in tutti i settori produttivi diventando il veicolo attraverso il quale oggetti e prodotti diventano portatori di nuovi significati, specchio di una creatività intelligente e funzionale.


1919

Bauhaus: la scuola che inventò il design

Nei suoi anni di esistenza la Bauhaus lascia un segno indelebile, grazie agli spunti concettuali ed estetici che mantengono ancora oggi una grande attualità. Con la Bauhaus, l’oggetto di design industriale, concepito per essere prodotto in serie, trova una sua nicchia di competenza specifica che lo pone in mezzo agli oggetti d’arte da un lato, e agli utensili dall’altro. Forma, funzione e gradevolezza si compenetrano creando un effetto di semplicità così efficace da diventare immediatamente dei classici. La produzione degli oggetti, così come la progettazione di edifici ed utensili, deve mirare all’ottimizzazione dei materiali e dei processi produttivi, in modo da creare opere e prodotti che, nella loro semplicità, esaltino la loro funzione e ripropongano il concetto greco di completezza estetica, secondo il quale "non c’è bellezza senza bontà".

Foto A - 1921 Sigillo statale scuola Bauhaus creato da Oskar Schlemmer
Foto B - 1980 Icona “dialog notification” del Macintosch creato da Susan Kare


1928

Nasce la rivista Domus

Il 15 gennaio del 1928 Giò Ponti, sempre all'avanguardia nell'individuare le tendenze del progetto contemporaneo, fonda la rivista di architettura e arti figurative "Domus", importante strumento di diffusione della cultura nell'italia degli anni '30 e una tra le più prestigiose riviste di architettura e design del mondo. Oggi, dopo 80 anni di pubblicazioni, rappresenta ancora un prezioso strumento di lavoro, di aggiornamento e di approfondimento per i professionisti del settore, i designer e gli studenti.


1931

Lampade FontanaArte: dal vetro alla luce

Giò Ponti nel 1931, costituì la FontanaArte all’interno della Luigi Fontana, come divisione artistica della stessa. La Luigi Fontana era una società specializzata nella lavorazione del vetro. Giò Ponti si rese conto delle infinite possibilità che poteva offrire il vetro come materiale d’arredo e iniziò a progettare e a fabbricare oggetti e lampade per la casa, ancora oggi in produzione, dove il vetro riveste un ruolo primario. Fin da quando Giò Ponti l’ha fondata gli intenti di FontanaArte sono stati coniugare l’arte con la produzione di oggetti e realizzare prodotti di design con i materiali migliori, principalmente il vetro.
FontanaArte ha sempre rappresentato un laboratorio di progetti innovativi da un punto di vista estetico e di funzionalità collaborando con i più importanti designers senza obbligarli dentro vincoli commerciali, ma lasciandoli liberi di esprimere la propria creatività.

Lampada 0024 - Giò Ponti per FontanaArte
Lampada Bilia - Giò Ponti per FontanaArte


1940

Libreria Veliero di Franco Albini

Il Veliero è una libreria disegnata e progettata da Franco Albini, uno degli architetti e designer italiani più innovativi per la poliedricità che ha caratterizzato la sua opera e la ricerca di nuove soluzioni. Alla base della sua ricerca emerge il tema della leggerezza che libera i corpi dalla gravità per lasciarli fluttuare nello spazio. Nel tempo “Veliero” ha visto crescere intorno a se un’aurea di fama ed ammirazione, non intaccata dal susseguirsi di epoche e mode, ma fomentata anche dalla provvisorietà dell’installazione originale. Pochi infatti hanno avuto la fortuna di ammirala prima che, una notte, i suoi ripiani andassero in frantumi. Di recente grazie a Cassina, la leggendaria libreria è tornata a vivere.

SX - Particolare della libreria “Veliero” nell’appartamento Albini in via De Togni a Milano
DX - “Veliero” prodotto da Cassina nella Collezione “I maestri”


1946

Scooter Piaggio

Lo storico modello di scooter Piaggio fu brevettato il 23 aprile del 1946, su progetto dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio. Il nome, divenuto in seguito famoso in tutto il mondo, sembra sia nato da un'esclamazione di Enrico Piaggio che alla vista del prototipo esclamò: "Sembra una vespa!", per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria. Il prezzo di 68.000 lire equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato, tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia. La storia della Vespa è una storia affascinante sotto molti profili: quello tecnico, di costume e di innovazione nel settore, comprese le novità sul fronte della comunicazione che nella prima promozione pubblicitaria vede protagoniste del messaggio le donne.


1948

L’Italian Style

E’ dal 1948 che la storia del design Made in Italy iniziò a conoscere il suo successo a livello internazionale. Attraverso un sostanziale sviluppo nei campi di ricerca sia della tecnologia dei materiali che ingegneristico e di studio ergonomico della forma, il design iniziò a contaminare tutti gli spazi della vita sociale, ponendosi come obiettivo quello di poter intervenire sul modo di vivere. Nacque così l’Italian Style che pone particolare riguardo alla forma dell’utile; questa investì soprattutto il fonte dell’arredamento creando così le forme espressive che connotarono il design italiano degli anni 40 e 50 e gli fecero conquistare l’etichetta coniata da Raymond Lewy, rimasta fino ad oggi simbolo di qualità e garanzia.


1949

Una “Lady” poltrona

La poltrona Lady di Marco Zanuso, ora uno dei maggiori simboli del design anni ’50, all’epoca costituì una vera e propria rivoluzione sotto vari punti di vista: si tratta di una seduta completamente rivestita, dove tutti gli elementi strutturali si integrano nell’insieme costituito dal sedile, dallo schienale e dai braccioli. Il materiale è la gommapiuma, allora sperimentale, che sostituisce il tradizionale rivestimento a molle; la gommapiuma è poi sorretta da nastri elastici a loro volta sostenuti da uno scheletro in legno. Ma la poltrona Lady di Zanuso fu anche fortemente innovativa per quanto riguarda l’aspetto puramente del disegno, ed è stata premiata con la medaglia d’oro alla IX Triennale di Milano del 1951, ottenendo l’immediato consenso della critica e il grande successo tra il pubblico.

Fonte della foto: www.cotton-mag.it/ieri-oggi-e-design-lady-vs-queen/


1956

Divisumma 24

Nel 1956, con la produzione della Divisumma 24, l'Olivetti raggiunge uno straordinario successo commerciale a livello mondiale. Il problema della forma diventa emblematico anche nei settori tecnologici e non più solo nell’arredo. Progettata da Natale Capellaro con design di Marcello Nizzoli e prodotta dal 1956, la Divisumma era all'avanguardia tecnologica per i suoi tempi ed ebbe uno straordinario successo commerciale in Italia e sui mercati internazionali.

Divisumma- Nizzoli per Olivetti


1957

La sedia che sembra...una sedia

L’idea di arredamento che aleggiava in quegli anni, un arredamento che pretendeva funzionalità e semplicità da ogni mobile, veniva egregiamente rappresentata per esempio, da oggetti come la sedia Leggera (1952) e Superleggera (1957) di Giò Ponti: lo stesso architetto affermò di considerare questa sedia come uno dei suio più importanti capolavori. La realizzazione di una sedia di questa tipologia segna veramente il passaggio verso un design più attento alle esigenze di ogni persona, funzionale in modo davvero eccellente. Si tratta di una sedia dalle linee veramente semplici ed essenziali caratterizzata dal fatto di avere un peso di soli 1,7 kg. La sedia Superleggera può quindi essere alzata con la sola forza di un dito, una vera e propria innovazione per l’arredamento.

Superleggera - Giò Ponti per Cassina


1960

Braun: il design “onesto”

I principi su cui si fondava il Bauhaus, vennero riscoperti nei primi anni 60 e furono una vera e propria rivelazione per gli architetti di quel tempo. I concetti riscoperti entrarono nelle grandi aziende attraverso l’assunzione dei designers, una nuova figura professionale che condizionò le linee di produzione: gli oggetti prodotti e messi in vendita vennero visti come perfetta sintesi di funzione, tecnica ed immagine. La Braun fu una delle prime ad investire in design. Il migliore fu Dieter Rams, che iniziò un lavoro di ricerca stilistica che lo portò a sviluppare il concetto dell’essenzialità ergonomica. Quando si guardano i prodotti Braun di Rams, molti dei quali al MoMA di New York e li si raffrontano con il lavoro di Ive in Apple, è possibile vedere chiaramente la somiglianza del loro filosofie: l'uso sparso del colore, la selezione dei materiali, la forma dei prodotti progettata in funzione del loro utilizzo reale e non su disegni o modelli artificiali, il design "onesto".

Sopra Dieter Rams con i prodotti Braun
Sotto Jonathan Ives con prodotti Apple


1960

La televisione, l'elettrodomestico per eccellenza

L’elettrodomestico che in questo decennio può vantare la sua stupefacente crescita di diffusione, è senza alcun dubbio, la televisione. La stagione del design del televisore è inaugurata da Pierluigi Spadolini con il suo Movision disegnato nel 1954 per RadioMarelli, seguito poi da Franco Albini e Franca Helg che, con il modello Orion disegnato per Brionvega nel 1961, progettarono uno schermo su basamento metallico in grado di trasformare l’immagine in qualcosa di sospeso, come un oggetto levitante dalle forti caratteristiche espressive.
Sempre per Brionvega, Marco Zanuso disegna Doney con plastica trasparente che avvolge la parte tecnologica dell’apparecchio, soluzione che verrà ripresa nel 1998 da Jonathan Ive per l’iMac della Apple.


SX 1961 - Orion 23 - Albini/Helg per Brionvega
1962 -Doney-Zanuso/Sapper per Brionvega


1962

Lampada Arco by FLOS

E’ in questo fermento di idee, sostenuto da una sistema produttivo in grande crescita, che l’Italia può vantare menti creative in grado di dare vita ad oggetti che diventano “immortali”. La lampada Arco progettata per Flos dai fratelli Pier Giacomo e Achille Castiglioni è uno dei prodotti di disegno industriale più famosi e venduti in assoluto; un oggetto icona del design italiano, entrato a far parte delle collezioni permanenti della Triennale Design Museum di Milano e del Moma di New York. E’ il primo oggetto di disegno industriale a cui viene riconosciuto la tutela del diritto d’autore al pari di un’opera d’arte.

Arco- Castiglioni per Flos


1963

Minikitchen

Nel 1963 Giò Colombo, parlando di soluzioni salvaspazio, presenta un curioso monoblocco in legno di frassino su rotelle che nasconde diverse funzioni. Si tratta di Mini-Kitchen, un sistema integrato, progettato per Boffi, per racchiudere, in solo mezzo metro cubo, tutte le funzioni di una cucina: lavaggio, cottura, conservazione dei cibi e degli strumenti.
Il progetto non solo ebbe successo allora, ma nel 2006 l’azienda ha deciso di rieditarla con struttura di multistrato marino e Corian, dotata di piastra di cottura in vetroceramica, mini frigo da 50 litri, tagliere in legno massello e ruote girevoli a 360° dotate di freni di bloccaggio.

SX 1963 - Mini-Kitchen - Giò Colombo per Boffi
DX -2006 - Mini-Kitchen nuova edizione in Corian


1965

La rivoluzione della plastica

Giulio Natta, affiancato dai sui collaboratori, presenta un materiale nuovo, rivoluzionario e che si rivela di grande importanza per l’industria italiana: il polipropilene, ovvero la plastica. Nel panorama aziendale italiano Kartell coglie l’opportunità per eccellere imponendosi sul mercato del design e dell’industria con un prodotto innovativo che utilizza le tecnologie usate nel settore industriale. La plastica diventa emblema di un’epoca in continua evoluzione, che ha voglia di sperimentare e di proporre sempre nuove soluzioni esteticamente avvincenti e funzionali.

Giò Colombo per Kartell - La prima sedia industriale realizzata con stampa ad iniezione da uno stampo unico


1968

Valentine, la Rossa portatile

Conosciuta come la Rossa Portatile per via del suo caratteristico colore, nel 1968, dal progetto di Ettore Sottsass, nasce la macchina da scrivere Olivetti Valentine. La Valentine era considerata trasgressiva non solo perchè rompeva con la tradizione Olivetti, ma anche per lo stile di vita introdotto: la Valentine, infatti, faceva appello al nuovo e alla moda, non a caso nasce l’anno successivo alla contestazione studentesca del ’68. La sua caratteristica principale era la portabilità: mentre nelle vecchie macchine da scrivere il contenitore era a parte o non presente, nella Valentine la macchina stessa diventa contenitore.

Valentine - Ettore Sottsass per Olivetti


1972

Radical design

Un vento di rifondazione che spira dagli Stati Uniti all’Europa, dalla metà degli anni Sessanta ai Settanta ed oltre, scuote alle fondamenta l’architettura ed il disegno industriale anche in Italia: si chiama radical e, già nella definizione, è esplicita l’idea di mettere in discussione alle radici tutte le discipline, includendo anche le arti. Il design attinge dall’artigianato povero, dal kitsch nazional-popolare e dalla Pop Art. Gli anni ’70 furono uno dei momenti d’oro del design italiano, celebrati in una famosa mostra a New York nel 1972: “Italy, il nuovo paesaggio domestico”. Nel design di interni ci fu una vera e propria rivoluzione nella decorazione e nel colore, nacquero nuove discipline come la progettazione della luce e delle superfici e si affermò anche la voglia di spiazzare, di stupire, di divertire con oggetti fuori misura.

SX 1970 - Joe - De Pas, D’Urbino, Lomazzi per Poltronova
DX 1971 - Pratone - gruppo Sturm


1976

Poltrona Proust di Studio Alchimia

Per “Alchimia” vale il concetto di "de-specializzazione", ovvero l’ipotesi che debbano convivere metodi di ideazione e produzione confusi, dove possano mescolarsi artigianato, industria, informatica, tecniche e materiali più o meno attuali a quel periodo. Per Alchimia il disegno è un ciclo: tutto quanto accadrà è già avvenuto e la fantasia individuale, base della sopravvivenza del mondo, può percorrere in tutti i sensi ogni cultura e luogo, purché si operi in maniera innamorata (Manifesto di Alchimia).
Questo laboratorio, una sorta di bottega sperimentale e di ricerca, produce mostre, pubblicazioni e manifesti teorici, indagando in tutti i campi della progettazione. Sotto la regia di Alessandro Mendini, dà vita a mobili, oggetti, moda, grafica e decorazione, sia artigianale che industriale.

Ideata da Alessandro Mendini nel 1978 la Poltrona Proust, è una rivisitazione, in chiave postmoderna, di un celebre modello di poltrona del settecento, una rivisitazione che trasforma una semplice poltrona elegante in un’opera d’arte moderna e di grande impatto visivo


1981

Libreria Carlton - Memphis Group

Fondato da Ettore Sottsass nel 1981. Memphis è il grande fenomeno culturale degli anni ’80 che ha rivoluzionato le logiche creativo-commerciali del mondo del design. Nato da un’operazione culturale avviata da Sottsass e da un gruppo di giovani architetti e designer milanesi a cui si sono aggiunti, poco dopo, alcuni fra i più famosi designer della scena internazionale, Memphis ha sconvolto e ribaltato tutti quanti i presupposti esistenti fino ad allora circa l’idea dell’abitare.

La libreria Carlton, disegnata da Sottsass nel 1981, è diventata simbolo della produzione del gruppo Memphis. L’immagine è vagamente antropomorfa, ricorda un uomo dalle braccia alzate e gambe larghe ed è riconoscibile per i ripiani inclinati e per i colori accesi caratteristici del movimento neomoderno. Può essere usata sia come libreria che come divisorio.


1984

La mela che ha cambiato il mondo

L’ultima vera rivoluzione degli anni ottanta si ha nel 1984 con il lancio del Macintosh di Apple. Mac, come si è subito preso a chiamarlo contrapponendolo al PC, non era come gli altri e lo si vide subito durante la presentazione che un famoso spot televisivo diretto da Ridley Scott aveva preannunciato. Steve Jobs sale sul palco, saluta la folla e annuncia che presenterà Macintosh “in persona”. A questo punto solleva una borsa bianca, posa il contenuto su un banchetto, inserisce un floppy e va via, lasciando la parola a lui, il primo computer ad avere un nome che non sia una sigla con dei numeri. Un “soggetto” che è in grado di parlare, leggere, scrivere, far di conto, ma anche manipolare fotografie, realizzare disegni architettonici tridimensionali, suonare musica, funzioni allora inimmaginabili per una macchina.


1987

Artemide & Tolomeo

Grazie alla collaborazione con Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina, Artemide lancia sul mercato Tolomeo, lampada che diventa negli anni un simbolo del made in Italy presente nelle case e nei luoghi di lavoro di tutto il mondo. La lampada Tolomeo è la rilettura in chiave moderna delle classiche lampade da lavoro a "molle" del passato. Pur essendo ispirata a modelli tradizionali, materiali e tecnologie e linee conferiscono a questa lampada uno stile molto personale e innovativo. Premiata con il Compasso d’Oro nel 1989, rimane tuttora un pezzo molto ammirato.

Tolomeo - Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina per Artemide


1988

Thinking Man’s Chair

Irrompe come prototipo ad una fiera in Giappone nel pieno degli anni Ottanta, in palese contrasto con l’esuberanza creativa dell’epoca. Sospesa tra passato e futuro, con evidenti richiami al modernismo (l’uso del metallo tubolare, tipico delle sedie degli anni Venti e Trenta) segna l’inizio della brillante carriera del suo giovane autore, Jasper Morrison, che trasferisce nella Thinking Man’s Chair il suo approccio misurato al design. La produce Cappellini e la trasforma in un oggetto di culto nel quale struttura e funzionalità si mescolano armoniosamente in una sequenza continua di archi.

Thinking Man’s Chair - Jasper Morrison per Cappellini


1980

Design anni ’80 e consumismo

Il gusto ludico del design postmoderno è entrato nelle case con estrema facilità, soprattutto tramite l’oggettistica, data la sua capacità di sdrammatizzare e decorare gli ambienti. Molto presto però questa cultura di massificazione del design, divenne motivo di opposizione di alcuni designer molto noti che cercarono un mercato di nicchia che contrastasse il consumismo dell’oggettistica: il ritorno alla terra, la battaglia contro la plastica, il contenimento dell’industria andarono di pari passo ai fenomeni dell’arte povera e della transavanguardia e furono esempi di pre ecologismo.

www.oilproject.org/lezione/alessandro-mendini-design-anni-80-e-consumismo-2249.html


1972

Radical design

Un vento di rifondazione che spira dagli Stati Uniti all’Europa, dalla metà degli anni Sessanta ai Settanta ed oltre, scuote alle fondamenta l’architettura ed il disegno industriale anche in Italia: si chiama radical e, già nella definizione, è esplicita l’idea di mettere in discussione alle radici tutte le discipline, includendo anche le arti. Il design attinge dall’artigianato povero, dal kitsch nazional-popolare e dalla Pop Art. Gli anni ’70 furono uno dei momenti d’oro del design italiano, celebrati in una famosa mostra a New York nel 1972: “Italy, il nuovo paesaggio domestico”. Nel design di interni ci fu una vera e propria rivoluzione nella decorazione e nel colore, nacquero nuove discipline come la progettazione della luce e delle superfici e si affermò anche la voglia di spiazzare, di stupire, di divertire con oggetti fuori misura.

SX 1970 - Joe - De Pas, D’Urbino, Lomazzi per Poltronova
DX 1971 - Pratone - gruppo Sturm


1983

La Conica - Aldo Rossi per Alessi

In questo periodo va inserito il successo dell’azienda Alessi, fondata nel 1921 e che nel 1980 vede come presidente Alberto Alessi, il quale, nel 1983, chiama come consulente Alessandro Mendini: nasce da questa collaborazione la collezione Tea & Coffee Piazza e viene fondato il marchio Officina Alessi che oggi come allora produce edizioni speciali e serie limitate di prodotti insieme a prodotti sperimentali.

La Conica disegnata da Rossi tra il 1980 e il 1983, nasce come evoluzione dell'intervento di Aldo Rossi nel progetto Tea & Coffee Piazza, traducendo un oggetto prestigioso, d'argento in un prodotto in acciaio, di facile commercializzazione e con nuove caratteristiche di robustezza e di manegevolezza. E' il primo progetto di Rossi per la grande serie, e diventa subito il prodotto leader dell'allora neonato marchio Officina Alessi nonché una delle icone del design degli anni '80.


1983

Juicy Salif - Philippe Starck per Alessi

Oltre a essere lo spremiagrumi più controverso del secolo XX è diventato anche una delle icone del design degli anni '90, e continua a essere uno degli oggetti più provocatoriamente intelligenti del catalogo Alessi. Questo spremiagrumi tanto rivoluzionario quanto sorprendentemente funzionale fu delineato nei suoi tratti essenziali da Starck durante una vacanza al mare, in Italia, su una tovaglietta da pizzeria. "Ci si può vedere di tutto; L’importante è che ci si veda qualcosa, e che qualche volta, inoltre, ce ne si possa servire per spremere limoni" Ph.S.

1990 - Juicy Salif - Philippe Starck per Alessi


1993

Bookworm by Kartell

Bookworm è la libreria progettata nel 1993 da Ron Arad per Kartell. Rappresenta un’importante innovazione nella storia dell’oggetto libreria in quanto spezza la rigidità che tradizionalmente la caratterizza ed introduce un nuovo concetto, quello della flessibilità. La flessibilità della forma coincide con la possibilità di modellare la libreria desiderata e di personalizzare così la propria parete. Caratterizzata da linee sinuose, Bookworm è realizzata in PVC colorato e, nonostante la flessibilità, è caratterizzata da una resistenza tale da sostenere un carico di circa 10 kg per ogni supporto.

Bookworm - Ron Arad per Kartell


1996

Ola di Pininfarina premiata con il Design Award

Nel 1996 la cucina Ola disegnata dal Gruppo Pininfarina per Snaidero si aggiudica il premio design Award di Chicago per la capacità di uscire da un estetica standardizzata, risolvendo in una forma nuova le funzioni irrinunciabili di una cucina.

Pininfarina per Snaidero


2000

Posata Moscardino

Moscardino è un utensile per alimenti disegnato nel 2000 da Matteo Ragni e Giulio Iacchetti per Pandora Design. Si tratta di una posata usa e getta dalla duplice natura: da un lato forchetta, dall’altro cucchiaio. Essendo realizzata in Mater-Bi, materiale termoplastico biodegradabile, Moscardino si fa portavoce di un design ecologico all’interno di un ambito, quello dell’usa e getta, che spesso risulta poco attento alle problematiche ambientali. Per questo motivo Moscardino si è aggiudicato il Compasso d’Oro 2001 e, ancora oggi, continua a portare un tocco di eleganza informale sui banchetti “mordi e fuggi” che caratterizzano il vivere contemporaneo.

Posata Moscardino - Matteo Ragni per Pandora Design


2002

Louis ghost

E’ la più conosciuta e riprodotta seduta del design contemporaneo. Il connubbio tra le sue forme di un tempo che riprendono le linee barocche delle sedute Luigi XV, e il policarbonato trasparente, più la sfida tecnologica per realizzarla, hanno dato il via a una piccola rivoluzione nel mondo dell’arredo.

Louis Ghost - Philippe Stark per Kartell


2008

Flat.C

Il progetto è di Antonio Citterio per B&B Italia, l’obiettivo è di permettere grande contenimento nel minor spazio possibile. Flat.C è pensata non solo per i libri, ma anche per alloggiare dotazioni multimediali, con ingombro ridotto e soluzioni estetiche di grande eleganza. La sua profondità è di solo 25 cm, gli spessori di piani e fianchi sono estremamente ridotti e vi è assenza totale di giunti a vista. Caratterizzata da volumi sospesi ed aggettanti, aperti o chiusi, vuole offrire un perfetto connubbio oltre che di eleganza e contemporaneità anche di modularità e flessibilità.

Flat.C - Antonio Citterio per B&B Italia



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